Scultura in calce fossile
40 x 30 x 10 cm
10 kg
“Faetus” è un’opera scultorea intensa e commovente, realizzata in calce fossile — materiale naturale sedimentario, nel quale si intravedono conchiglie e tracce marine, simbolo di un tempo che sedimenta il dolore.
L’opera raffigura un feto morente, sospeso tra il prima e il mai. È la riproduzione, in pietra dura, di una delle sette sculture originali in polistirolo dedicate agli immigrati, realizzate dall’artista come testimonianza visiva delle tragiche traversate verso la salvezza.
È l’unica tra le sette ad essere stata riprodotta in calce fossile, divenendo così emblema duraturo e materico di una memoria che non può essere cancellata.
Il feto, immerso in un vuoto senza fondo, sembra affondare. Accanto, l’impronta di una mano — forse della madre — si protende verso di lui in un ultimo gesto che non riesce a salvarlo. Anche lei ha già perso la vita. Il feto è ancora in rilievo: non è più vivo, ma non è ancora scomparso. Resterà per sempre bloccato in questa immobilità, simbolo di tutte quelle vite mai iniziate.
“Faetus” è una scultura di denuncia e compassione, dedicata ai bambini mai nati che hanno cercato salvezza, ma che hanno trovato il mare: non racconta solo una tragedia individuale, ma solleva una riflessione collettiva su chi resta indietro, su ciò che non nasce, su ciò che perdiamo.
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